Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger insieme, da protagonisti.
Rocky e Terminator, Rambo e il cattivo di Batman, due dei Mercenari...il mio commento
ancora prima del film è stato "SONTUOSO" ma posso capire che proprio
questo accostamento possa invece aver fatto gridare allo schifo più assoluto i
non amanti di tutti i film precedenti (e del loro genere) dei due grossi di Hollywood.
Non me ne voglia il caro Bruce Willis, (che ho scoperto esser
stato contattato per primo nel ruolo di protagonista) ma una delle cose che
probabilmente tira su il film (non spettacolare, ne parlerò tra poco) è proprio
l'effetto che l'accoppiata rimanda allo spettatore.
Uscito dopo 3/4 anni dalla nascita del progetto, credo si
veda abbastanza bene come alcune scene siano state studiate appositamente per i
due protagonisti: leggendo qua e là online si scopre che Arnold era stato
contattato (dopo Bruce) come protagonista principale finendo per rifiutare;
come ultima scelta si è ricaduto su Sylvester (non glielo dite che è stato
pigliato per ultimo se no vi ribalta come fece con Draco in Rocky) e proprio
lui ha convinto a tornare, anche se solo da co-protagonista, Schwarzy.
Insomma, l'amicizia nata tra palestra e steroidi qualcosa è
contata..
Detto questo, molto in breve,
la trama si sviluppa a partire dal "lavoro" di Ray Breslin (Stallone) che per una banale motivazione
strappalacrime buttata lì a metà film nel giro di due battute, si fa
rinchiudere (a pagamento, ovviamente) nei principali carceri americani con
l'obiettivo di dimostrare quanto siano insicuri e che bisogna assolutamente
lavorarci sopra per impedire che qualche vero criminale possa uscire.
La svolta in tutto ciò? Si fa infinocchiare allegramente da
un avvocato della CIA che con una storia che puzzava così tanto di fregatura da
aver bucato lo schermo ed essermi arrivata al naso, lo convince a farsi
rinchiudere in un nuovo super-mega-iper sicuro carcere costruito proprio sulle
basi dei suoi precedenti incarichi.
Qui capisce subito che qualcosa non va e fa la conoscenza di
un attempato ma grosso ragazzone che di nome fa Emil Rottmayer (potevano
lasciare il nome Schwarzenegger a questo punto), rinchiuso pure lui.
*** SPOILER ***
Fin qui l'idea non è neanche
male e il film è proceduto abbastanza lineare e velocemente.
Fin
qui.
Il
problema è che nei minuti restanti accadono una sequela di cose che anche lo
spettatore più addormentato non può che chiedersi: perchè? ma come?
Per
circa un'ora Ray cerca in tutti i modi di capire dove si trovano e come
scappare, con trovate geniali alla MacGyver
(anche se tutte le volte c'è -casualità- l'aiuto di qualcuno che ha sbagliato
qualcosa nell'uso di materiali o progettazione della struttura).
Fatto sta
che, come possiate immaginare, e con l'improbabile aiuto di alcuni detenuti che
alla fine strappano frasi sul punto di morte del tipo "sei un bravo uomo"
(ma sarà stato lì dentro per qualcosa di grave no?) i due riescono a
farla franca e a fuggire (e in un non chiarissimo discorso finale viene
svelato chi era
l'avvocato e
perchè ha fatto iniziare tutto sta storia).
Fine.
Vi pongo le solite domande per farvi capire come sia
abbastanza chiaro che più che sulla trama, si sia lavorato sull'impatto
della scenografia e degli attori
in campo.
-perchè costruire una roba del genere senza che nessuno
sappia la sua posizione per far sparire dei famigerati mascalzoni, quando
allora si sarebbero potuti far "sparire" in altro modo? (ci siamo
capiti no?)
-perchè
ridurre un'ora di piano e tattica per uscire, a una semplice rivolta con scazzottata
di quelle alla Bud Spencer e Terence Hill? Alla fine è con quella che riescono
a darsela a gambe.
-domanda da
1 milione di dollari: ok, il capo di Ray fa il furbo per prendere i soldi poi
dalla banche private che volevano la certezza dell'infallibilità della
prigione ma..perchè? cioè quando avviene che sto qui decide di diventare stronzo
tutto d'un tratto? Detta così sembra una domanda scema ma fidatevi che anche
voi ve lo chiederete.
*** ***
Detto questo sicuramente il film è fatto bene e non è particolarmente pesante
anche per chi non adora il genere (e dura comunque meno di due ore).
La trama cerca di darsi un tono a volte alla CSI o comunque di investigazione ma devo dire la verità, non ci riesce e il regista cade spesso nella trappola
del "punto tutto sui due attori che ho" per sfruttarne la fama piuttosto che
fare attenzione ai dettagli.
Vi sono però due elementi che, permettetemi (no spoiler), vi lasceranno comunque un qualcosa per essere felici (il resto potete anche dimenticarlo):
1-la trovata geniale di dove in realtà di trova la prigione (anche se dal punto di vista "reale" non so quanto sia fattibile)
2-la scena quasi al rallentatore con primo piano sul volto stanco e inciccionito di Schwarzy che, memore degli altri 830mila film in cui spara, prende il mitra e inizia a seccare persone come fossero bersagli al poligono.
INFO (fonte Wikipedia.it):
Titolo originale | Escape Plan |
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Lingua originale | Inglese, tedesco |
Paese di produzione | USA |
Anno | 2013 |
Durata | 105 min |
Colore | colore |
Audio | Dolby Digital |
Rapporto | 2,35 : 1 |
Genere | azione, thriller, carcerario |
Regia | Mikael Håfström |
Interpreti e personaggi | |
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