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giovedì 29 maggio 2014

"Escape Plan - Fuga dall'inferno"

Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger insieme, da protagonisti.
Rocky e Terminator, Rambo e il cattivo di Batman, due dei Mercenari...il mio commento ancora prima del film è stato "SONTUOSO" ma posso capire che proprio questo accostamento possa invece aver fatto gridare allo schifo più assoluto i non amanti di tutti i film precedenti (e del loro genere) dei due grossi di Hollywood.
Non me ne voglia il caro Bruce Willis, (che ho scoperto esser stato contattato per primo nel ruolo di protagonista) ma una delle cose che probabilmente tira su il film (non spettacolare, ne parlerò tra poco) è proprio l'effetto che l'accoppiata rimanda allo spettatore.
Uscito dopo 3/4 anni dalla nascita del progetto, credo si veda abbastanza bene come alcune scene siano state studiate appositamente per i due protagonisti: leggendo qua e là online si scopre che Arnold era stato contattato (dopo Bruce) come protagonista principale finendo per rifiutare; come ultima scelta si è ricaduto su Sylvester (non glielo dite che è stato pigliato per ultimo se no vi ribalta come fece con Draco in Rocky) e proprio lui ha convinto a tornare, anche se solo da co-protagonista, Schwarzy.

Insomma, l'amicizia nata tra palestra e steroidi qualcosa è contata..



Detto questo, molto in breve, la trama si sviluppa a partire dal "lavoro" di Ray Breslin (Stallone) che per una banale motivazione strappalacrime buttata lì a metà film nel giro di due battute, si fa rinchiudere (a pagamento, ovviamente) nei principali carceri americani con l'obiettivo di dimostrare quanto siano insicuri e che bisogna assolutamente lavorarci sopra per impedire che qualche vero criminale possa uscire.
La svolta in tutto ciò? Si fa infinocchiare allegramente da un avvocato della CIA che con una storia che puzzava così tanto di fregatura da aver bucato lo schermo ed essermi arrivata al naso, lo convince a farsi rinchiudere in un nuovo super-mega-iper sicuro carcere costruito proprio sulle basi dei suoi precedenti incarichi.

Qui capisce subito che qualcosa non va e fa la conoscenza di un attempato ma grosso ragazzone che di nome fa Emil Rottmayer (potevano lasciare il nome Schwarzenegger a questo punto), rinchiuso pure lui.


   *** SPOILER ***     
Fin qui l'idea non è neanche male e il film è proceduto abbastanza lineare e velocemente. 
Fin qui. 
Il problema è che nei minuti restanti accadono una sequela di cose che anche lo spettatore più addormentato non può che chiedersi: perchè? ma come?
Per circa un'ora Ray cerca in tutti i modi di capire dove si trovano e come scappare, con trovate geniali alla MacGyver (anche se tutte le volte c'è -casualità- l'aiuto di qualcuno che ha sbagliato qualcosa nell'uso di materiali o progettazione della struttura).
Fatto sta che, come possiate immaginare, e con l'improbabile aiuto di alcuni  detenuti che alla fine strappano frasi sul punto di morte del tipo "sei un bravo uomo" (ma sarà stato lì dentro per qualcosa di grave no?) i due riescono a farla franca e a fuggire (e in un non chiarissimo discorso finale viene svelato chi era 
l'avvocato e perchè ha fatto iniziare tutto sta storia).
Fine.
Vi pongo le solite domande per farvi capire come sia abbastanza chiaro che più che sulla trama, si sia lavorato sull'impatto della scenografia e degli attori
in campo.
-perchè costruire una roba del genere senza che nessuno sappia la sua posizione per far sparire dei famigerati mascalzoni, quando allora si sarebbero potuti far "sparire" in altro modo? (ci siamo capiti no?)
-perchè ridurre un'ora di piano e tattica per uscire, a una semplice rivolta con scazzottata di quelle alla Bud Spencer e Terence Hill? Alla fine è con quella che riescono a darsela a gambe.

-domanda da 1 milione di dollari: ok, il capo di Ray fa il furbo per prendere i soldi poi dalla banche private che volevano la certezza dell'infallibilità della prigione ma..perchè? cioè quando avviene che sto qui decide di diventare stronzo tutto d'un tratto? Detta così sembra una domanda scema ma fidatevi che anche voi ve lo chiederete.
*** ***

Detto questo sicuramente il film è fatto bene e non è particolarmente pesante

anche per chi non adora il genere (e dura comunque meno di due ore).
La trama cerca di darsi un tono a volte alla CSI o comunque di investigazione ma devo dire la verità, non ci riesce e il regista cade spesso nella trappola
del "punto tutto sui due attori che ho" per sfruttarne la fama piuttosto che
fare attenzione ai dettagli.
Vi sono però due elementi che, permettetemi (no spoiler), vi lasceranno comunque un qualcosa per essere felici (il resto potete anche dimenticarlo):

1-la trovata geniale di dove in realtà di trova la prigione (anche se dal punto di vista "reale" non so quanto sia fattibile)
2-la scena quasi al rallentatore con primo piano sul volto stanco e inciccionito di Schwarzy che, memore degli altri 830mila film in cui spara, prende il mitra e inizia a seccare persone come fossero bersagli al poligono.

INFO (fonte Wikipedia.it):


Titolo originaleEscape Plan
Lingua originaleInglesetedesco
Paese di produzioneUSA
Anno2013
Durata105 min
Colorecolore
AudioDolby Digital
Rapporto2,35 : 1
Genereazionethriller, carcerario
RegiaMikael Håfström

Interpreti e personaggi
VALUTAZIONE:




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