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giovedì 14 maggio 2015

EXPO MILANO 2015: l'Italia ce l'ha fatta, alla grande!

Tornato a casa all'una di notte, dopo quasi 12 ore di camminate e visite, mi sono fermato 5 minuti prima di addormentarmi a riflettere su come organizzare l'articolo e cosa poter dire.
Mentre visitavo l'Expo mi venivano continuamente dati nuovi spunti per qualcosa che avrei voluto raccontare, arrivando a fine giornata con un bagaglio di informazioni da poter e voler divulgare che probabilmente avrebbero impiegato giorni per essere riportate su carta (o su tastiera in questo caso).

Ho anche riflettuto su che tipo di impronta dare all'articolo: un unico racconto nell'ordine in cui io personalmente ho svolto la mia visita, oppure schematico, padiglione per padiglione...sono giunto a una conclusione.
Non vi è un modo giusto o sbagliato e sicuramente alla fine dell'articolo mi renderò conto che avrei voluto dire altro ma ho deciso di scrivere di getto, quel che verrà verrà e spero vi risulti autentico ma comunque dettagliato e soprattutto CRITICO.

Tutto ciò che scrivo è ovviamente personale ma cercherò di dare spazio a piccoli interventi di commento il quanto più possibile oggettivi su quegli aspetti che vanno oltre il "bello o brutto".
Si parlerà di code, di prezzi, di architettura, di organizzazione, insomma...buona lettura.

UN SUCCESSO A PRESCINDERE DA TUTTO
Vorrei iniziare con una piccola critica a cui tengo molto: una critica non tanto verso coloro che, per un motivo o per l'altro, sono portati a denigrare l'evento a prescindere, magari citando tutte le problematiche (che ci sono state oggettivamente) dei mesi passati senza considerare il tanto ed enorme lavoro di migliaia di altre persone oneste.
Vorrei fare una critica alla gente comune che magari per "svogliatezza" o altro ha deciso di credere senza informarsi a tutte le dicerie che, non si sa bene come, sono state messe in giro.
Ricordiamoci che l'affluenza maggiore arriverà ovviamente dal paese ospitante, ovvero noi e ricordiamoci che saremo quindi al 50% almeno noi a decretare il successo o meno dell'evento.
Detto questo, nel 2015 se è vero che grazie a internet c'è tanta disinformazione è altrettanto vero che ci sono molte più possibilità di ricercare fonti attendibili.
"Ah ma tanto non c'è niente di finito" è una frase che purtroppo ho sentito dire a molti giovani come me. Altri nel tempo mi chiedevano "Ma finiscono secondo te?" e io cercavo di essere il più sincero possibile "Secondo me sì, lo spero".
Bene oggi vi posso rispondere e pongo qui di seguito le 5 domande più comuni che ho sentito in giro con una risposta breve e netta data dal punto di vista di un visitatore e non di un tecnico (verrà tutto approfondito nell'articolo):

D: I lavori sono completi o ci sono grandi mancanze?
R: Decisamente sì! Alcuni padiglioni hanno piccole parti da completare (il Nepal per ovvi motivi).

D: E' vero che il cibo ha dei prezzi esorbitanti?
R: Assolutamente no! Si trova di tutto ma mediamente sono prezzi normali, anche più bassi che nei centri delle grosse città.

D: E' vero che in un giorno non si vede quasi nulla?
R: No ma dipende dalle code e dal ritmo. In un giorno feriale (maggio) con un buon ritmo, senza soffermarsi su ogni singola vetrina di ogni padiglione a leggere tutte le descrizioni si riesce a vedere buona parte dei padiglioni nazionali self-built.

D: E' vero che in qualche padiglione o per alcuni spettacoli si paga?
R: No! L'unico sovrapprezzo possibile sarà per il Cirque du Soleil quando lo spettacolo sarà in calendario. Col biglietto di ingresso si accede senza pagare al 100% delle strutture.

D: Vale la pena di andarci?
R: Sì! 

IL RACCONTO
Ho deciso che vi esporrò l'expo in maniera abbastanza lineare e schematica, seguendo però l'ordine di quello che ho vissuto io nella visita.

-Parcheggio
Personalmente, se si arriva dal nord/centro Italia in almeno due o più persone, consiglio di farsi due calcoli per scegliere il mezzo con cui arrivare.
I treni offrono prezzi scontati ma come sempre accade, essendo la richiesta alta, rischierete di trovare le offerte concluse e quindi di dover spendere non pochi danari.
Il conteggio quindi va fatto su:
-spesa del treno a testa andata e ritorno, metro o treno regionale o bus a testa andata e ritorno da Milano al sito dell'Expo, tempo (nel senso di intercambi e anche di ritorno se si è preso un biglietto del treno non modificabile)
oppure
-spesa di benzina più pedaggio autostrada da dividere, parcheggio giornaliero expo da dividere.

Personalmente, essendo in 4, ho optato per l'auto: il prezzo del parcheggio è decisamente onesto (poco più di 12 euro tutto il giorno, contro i 18 della fiera di Bologna, fuori dall'area fieristica oltretutto).
A tal riguardo consiglio di prenotare in anticipo il parcheggio MERLATA, l'unico da cui si può accedere a piedi tramite passerella sopraelevata al sito dell'esposizione universale.
Gli altri parcheggi forniscono servizio di navetta gratuito.

-Ingresso
Le biglietterie sono decisamente numerose e la presenza di molti addetti, volontari e non, velocizza decisamente tutte le operazioni.
Il passaggio ai tornelli e ai controlli di sicurezza è veloce, senza drammi come qualcuno ha voluto far sembrare (poi qualche situazione singolare potrà capitare) e in pochi minuti si è pronti ad accedere per iniziare la propria visita.

-La visita
Dall'ingresso sud-Merlata si accede direttamente sul cardo dalla parte opposta dell'Albero della vita.

Da qui potrete decidere in che direzione muovervi. Nel caso vi siate preparati una lista di padiglioni da vedere assolutamente, dirigetevi nella direzione in cui se ne trovano la maggior parte altrimenti, fidandovi delle indicazioni che vi sto per dare, arrivate a piazza Italia e voltate a destra.
Io personalmente mi ero segnato diversi padiglioni in quest'area ed essendo entrati presto siamo stati quasi i primi ad entrare in diversi di questi.
Premetto che, essendo stato con altre persone che non torneranno, abbiamo dovuto fare una piccola scelta a priori: si è optato per i padiglioni nazionali a discapito dei cluster e di quelli delle organizzazioni.
Prima di elencarvi i singoli padiglioni, vi illustro velocemente il tour che ieri sembra aver funzionato visto il meteo (bel tempo ma con una leggera aria, assolutamente necessaria visti i grandi spazi all'aperto) e il flusso di gente che si è creato in particolare nel primo pomeriggio.
Dalla zona est, dopo aver visitato diversi padiglioni, abbiamo deciso di fermarci in zona per pranzare velocemente.
Ci siamo poi diretti all'albero della vita e padiglione Italia.
Tornando sul decumano, e dopo aver visitato i primi padiglioni in zona, abbiamo deciso di andare direttamente al padiglione Zero e tornando indietro abbiamo visitato altri padiglioni. La cena si è svolta nella zona tra piazza Italia-Albero della Vita-Ingresso Est per poi dirigerci allo spettacolo serale dell'Albero della vita.

-Padiglioni nazionali
Finalmente la parte più interessante dopo tanto bla bla bla.
Non scriverò intere pagine e non parlerò di dati, misure o altro, per quello ci sono siti specializzati. La descrizione presenta l'impatto dell'oggetto architettonico e della mostra su un turista normale, interessato ma senza soffermarsi ore su ogni singolo oggetto.
Per ognuno di questi darò semplicemente un parere finale basato sui miei ormai consueti "Brinone Plus, Minus, 50%".
Il voto tiene molto conto dell'esposizione interna in quanto in ogni descrizione sarà presente ovviamente qualche dettaglio della struttura dall'esterno (e queste le potrete vedere di tutti i padiglioni passandoci davanti) ma vuole dare soprattutto qualche indicazione su quale valga la pena di visitare internamente al momento di dover fare una scelta.
Nonostante ciò, i voti davvero negativi saranno pochi e apparterranno a quei padiglioni che davvero non vale la pena di visitare dovendo saltarne altri: le motivazioni potrebbero essere le più varie. Dalla mancanza di una vera e proprio esposizione alla forma stessa del padiglione che ne permette la visita girandoci attorno senza fare file.

AUSTRIA
Iniziare da questo può essere interessante: nessun altro padiglione ha optato per un verde "interno" così predominante. La sensazione è quella di entrare in un vero e proprio bosco, con piante già cresciute, un'umidità "realistica" e rampe inclinate che portano a qualche piccolo espositore con esperimenti o informazioni sulla parete interna del padiglione. L'immancabile bancone del bar e ristorazione è posto dalla parte opposta dell'ingresso, a metà del percorso, anche questa scelta diversa dalla maggior parte dei padiglioni.




CILE
Esternamente è un padiglione interessante. La "scatola" è sopraelevata e la struttura, con pareti esterne non piene, con passerelle presenti tra la prima e la seconda pelle, risulta meno pesante del previsto. All'interno la mostra è molto lineare, con la presenza di diversi schermi. La discesa finale si conclude nel negozio-ristorante, molto bello dal punto di vista estetico: pavimenti e strutture scure in contrasto con il legno del padiglione stesso.



KUWAIT
Questo padiglione, che riprende le forme di imbarcazioni tipiche del paese, dimostra fin da subito la sua intenzione di mostrarsi come uno dei più tecnologici ed interessanti.
La rampa iniziale porta a un ingresso sul quale una cascata d'acqua crea parole e immagini, il tutto per attendere il proprio turno per accedere alla sala successiva dove si assisterà a un breve e suggestivo filmato.
Le sale successive, sempre da affrontare a turni (consigliamo di recarvisi in momenti di poca fila visti i diversi step obbligatori e non sempre veloci), mostrano le nuove tecnlogie per l'agricoltura di un paese non certo abbondante di piogge. La conclusione della visita porta in un "vecchio mercato del Kuwait", con un interessante salto tra questa e la prima parte.


GERMANIA
Il padiglione tedesco presenta due possibili percorsi, uno esterno e uno interno. La struttura in sè è molto più semplice di quanto voglia sembrare e l'ingresso laterale del percorso interno potrebbe sembrare quasi porre in secondo piano proprio questo percorso.
Una presentazione con video introduce a quello che, più che un padiglione, si presenta come un museo della scienza. Grazie a una semplice "tavoletta di cartone con indicatori" fornita all'ingresso, all'interno ponendola nei diffusissimi punti segnalati si accede a proiezioni di immagini, video e informazioni. Purtroppo non sono ben definite le differenze tra le attività dedicate ai più giovani rispetto alle reali info di interesse comune e il numero spropositato di opportunità rende forse "confusionaria" la visita. Consigliamo assolutamente di non fermarsi ad ogni punto informazione ma di testare più che altro la soluzione tecnlogica della tavoletta in sè, sicuramente la migliore dell'Expo.
All'esterno tra tavoli, sedute, zone dj e ballo sicuramente la Germania ha puntato molto sull'intrattenimento vero e proprio a scapito forse del padiglione. Il voto si riferisce alla mostra interna.



STATI UNITI D'AMERICA
Il padiglione sembra essere molto più interessante all'esterno che all'interno. Da fuori particolare l'orto verticale che pare fornisca prodotti quotidianamente per la ristorazione del padiglione stesso.


L'interno, una volta raggiunto il piano uno, risulta decisamente scarno. La presenza di qualche schermo o colonna informazioni non rompe decisamente lo spazio in cui, la maggior parte dei visitatori, si sarebbe aspettata ben di più. L'ultimo piano è moderno e risulta una specie di loft/terrazza con tavoli e caffetteria.
La veloce mostra interna presenta video "cartoon" con l'esposizione della cucina e di aspetti quali il viaggio dei prodotti agricoli dalla fattoria alla tavola.
Divertenti anche se non poche persone dopo i primi hanno deciso di "accelerare" il ritmo per procedere altrove. Che dire, forse più interessante la struttura pulita di travi (utilizzate anche per il corrimano e il bancone del bar) e pilastri in acciaio che il resto.



MAROCCO
Dal mero punto di vista architettonico, personalmente non sono un amante dei padiglioni che riprendono troppo e pedissequamente le forme di tipiche abitazioni o edifici del paese che rappresentano. Nonostante ciò l'effetto in questo caso è gradevole, così come è interessante notare le pareti interne in terra. La mostra interna è gradevole, con qualche curiosità, come ad esempio la presenza in un punto di grossi condizionatori per far comprendere dal vivo il clima del paese nelle zone più aride.
La visita si conclude in un bel negozietto e in un ristorante take away.
La zona all'esterno è una delle più rilassanti e visivamente gradevoli dell'intera esposizione: un giardino con piante tipiche, piccoli rivoli d'acqua e tavoli con un bar esterno lo rendono un punto in cui fermarsi volentieri.




QATAR
Per questo padiglione vale lo stesso discorso del precedente, con la differenza che, se non fosse per l'ingresso con un po' d'acqua e qualche "gesto" di fantasia, sembrerebbe di trovarsi davanti a un tipico edificio Qatariota versione maxi. Approcci diversi di paesi ricchi, Kuwati e Qatar. Io ho preferito decisamente il primo.
Tutt'attorno musica e alcune stanze che mostrano tipicità del paese, presentano uno dei pochi assaggi gratuiti fissi e non di eventi trovati in giro per l'Expo: i datteri.
All'interno ovviamente il clima cambia e una specie di "albero della vita" versione semplificata vi attenderà in un percorso circolare a discesa (presente il  Guggenheim di New York?) portandovi all'uscita.




RUSSIA
L'effetto esterno del padiglione della Russia è senza ombra di dubbio uno dei migliori (se non il migliore) di tutto l'Expo. Dalla foto che vi allego vi sembrerà quasi aver visto male: in realtà tutta la superficie della "saetta" che si protende all'esterno è specchiata, creando questo effetto davvero particolare.
Per l'esterno il voto è sicuramente positivo: consiglio personale, se c'è fila, gustatevelo da fuori.
L'interno non regala particolari emozioni: da una hall amorfa si entra nelle stanze principali con qualche video e immagine che spiegano il come e il perchè la Russia è fondamentalmente una delle nazioni più importanti (eh beh, ognuno tira acqua al suo mulino) trovando il suo clou in un grande bancone dove spesso fanno dimostrazioni di cucina con  piccoli assaggi.

-AGGIORNAMENTO-
La sala superiore e la terrazza, in un primo momento chiuse, meritano di essere visitate molto di più del piano terra. La mostra è sicuramente più interessante. Dal bar del primo piano si apre una bella terrazza laterale mentre riposarsi a quello superiore è sicuramente un'esperienza di livello anche se quasi sempre circondati da turisti in fila per raggiungere l'estremo superiore del padiglione.



SULTANATO DELL'OMAN
Qui mi trovo in difficoltà perchè online e sulle guide si trovano ancora descrizioni mirabolanti di questo padiglione con elementi che, da come mi sembra di aver capito facendo qualche ricerca, sono stati decisamente ridimensionati nel progetto poi edificato.
Il Padiglione "simula" il paesaggio con la presenza di pietra, abitazioni tipiche e un tetto giardino. La mostra è abbastanza interattiva e all'esterno vi sono ristorante e un'area gradevole per fermarsi.


GIAPPONE
Come sempre il Giappone si presenta (nel bene o nel male) con padiglioni e "show" molto particolari. Le pareti esterne della prima parte del padiglione si presentano come un intreccio di blocchi di legno magistralmente incastrati che se da un lato forniscono ombra, dall'altro lasciano filtrare l'aria. Interessante anche il sistema a legni "incernierati" solo a un capo che sembrano trasformarsi in un gioco ma fungono in realtà da pareti per nascondere gli impianti. La visita dura obbligatoriamente 50 minuti con ingressi a gruppi e sale con mini-show. Se le prime sale con video, animazioni sul pavimento e altri elementi risultano piacevoli, il clou dell'intero tour (il Ristorante del Futuro) dopo 5 minuti risulta decisamente esagerato.
In un finto ristorante con bacchette da impugnare, avrete uno schermo dove compariranno dei cibi e nel frattempo una signorina giapponese e un ragazzo italiano (?) vesiti prima in maniera tipica poi sembrerebbe quasi da Anime, vi intratterranno cantando e ballando.
Il tutto serve a farvi venire una gran fame e difatti uscirete sulla zona del ristorante vero per poi uscire da una serie di rampe.




SVIZZERA
Il padiglione Elvetico non è particolarmente interessante per l'oggetto architettonico in sè ma è probabilmente uno di quelli che ti fa più pensare siccome rimanda direttamente al visitatore e al momento "live" una scelta pratica.
Conoscendo probabilmente il popolo italico, che quando sa di poter "magnare" gratis si riversa nel luogo, per poter accedere si deve chiedere un biglietto (assolutamente gratuito) con orario di ingresso. A noi è stato dato con solo 15 minuti dal turno di ingresso successivo quindi è stato piacevole sfruttarli per visitare la msotra temporanea su Basilea, senza dubbio una delle città dell'architettura contemporanea europea.
Sulle torri niente di esposto ma solo scatoloni in 4 stanze diverse: in una vi sono bustine di caffè, in una pacchettini di sale, poi bicchieri con distributori dell'acqua e buste di mele disidratate. La questione presentata all'arrivo è semplice: potete prenderne quante ne volete, sappiate che se ognuno prende il suo RESPONSABILMENTE (tema è il consumo responsabile) abbiamo calcolato di arrivare fino alla fine dell'Expo con ancora qualcosa.
L'idea è bella e soprattutto porta la gente a dover combattere tra i sensi di colpa e la serenità di non avere comunque conseguenze, il tutto per qualcosa del valore totale di pochi euro, forse nemmeno.



ITALIA
Il padiglione Italia si presenta come uno dei più mastodontici dell'esposizione (a ragion veduta) e presenta diverse caratteristiche architettoniche su cui si potrebbero spendere pagine e pagine. Parere personale? Buonissimo lavoro con i pieni e i vuoti, con i corridoi e i punti di vista che si creano da fuori e da dentro la piazza interna, meno gradevole ai miei occhi il "retinato esterno" (vi risparmio discorsi tecnici sullo speciale tipo di cemento utilizzato, ecc.) semplicemente perchè si riduce a mera questione estetica semplicemente appoggiata alla struttura che invece è totalmente indipendente.
Dalla mostra interna mi sarei aspettato decisamente di più. Ora, io ho ancora vivido il ricordo dell'esposizione di SHANGHAI dove l'Italia aveva messo in mostra in banali teche dal sapore più vecchio che antico (c'è differenza) alcune delle sue opere più conosciute, con solo qualche lampo di luce. Qui accade il contrario: pochissimi, quasi nessun oggetto singolo in mostra ma diverse stanze tra le quali, le uniche che funzionano a mio parere, sono quelle con il pavimento totalmente a specchio e schermo in ultra-HD di diversi metri che proietta immagini delle bellezze italiane, senza didascalie o altro.
Stanze e corridoi interi con solo ipad/fogli dove firmare la presenza, modellini non particolarmente interessanti e poca interattività danno un senso di vuoto troppo grande tra il poco di interessante che vi si trova. 
Voto plus perchè comunque è il padiglione nostrano ma si poteva fare di più.




SANTA SEDE
Esulando dalle questioni economiche o di fede di ognuno di noi, il Vaticano si presenta con un padiglione estremamente semplice, bianco, forme sinuose accennate.
L'interno è particolarmente spoglio, il contrario dello sfarzo delle chiese dell'immaginario collettivo.
L'aspetto più interessante si vede solo dall'esterno, un taglio nella parete che è stata totalmente ricoperta di verde; consigliamo di osservarla dal padiglione dell'Olanda.
Fila non c'è e per vederlo senza soffermarsi bastano dai 40 secondi al minuto, ovviamente la presenza di alcune opere d'arte rende più interessante la visita, in particolare per gli stranieri. Voto 50% perchè il tempo necessario è davvero minimo.


PAESI BASSI (OLANDA)
Come succede quasi sempre nelle esposizioni, l'Olanda trova il modo di distinguersi dal resto della massa. Edifici moderni e a volte strampalati come in Cina o ad Hannover 2000?
Niente di tutto ciò. 
Qual è la cosa che andando all'Expo di Milano tutti si aspettano (sbagliando in un certo senso essendo più la sostenibilità l'argomento centrale) di trovare? Il CIBO.
Bene qui troviamo un vero e proprio lunapark con camioncini, chioschi, divani, una piccola ruota panoramica e qualche spazio espositivo. E all'interno di tutto ciò gli eventi e i giochi prendono un'aria più rilassata, attirando forse più persone di quanto non facciamo altri allestimenti troppo "rigidi".
Geniali.


REGNO UNITO
Per chi era presente o conosce il padiglione del Regno Unito all'esposizione precedente, non potrà non notare un filo conduttore. Là eravamo di fronte a un gigantesco fiore, quasi un "soffione" nel termine comune, con migliaia di aste d'acciaio così fitte che da lontano sembravano creare quasi un manto alla struttura. Qui troviamo un vero e proprio alveare, più un'opera d'arte che un padiglione. Visto dall'alto il percorso prende le forme esagonali delle celle create dalle api per arrivare al fulcro, particolarmente interessante di sera. La visita è molto veloce ma anche qui, per evitare code, potrebbero indicarvi un orario preciso a cui presentarvi.
La terrazza che ospita "l'alveare" poi presenta anche un bar, da cui guardare verso il decumano attraverso le spire di metallo.




AZERBAIJAN
Da molti decantato come una delle meraviglie dell'Expo, presenta all'esterno una struttura tutt'altro che innovativa ma che forse attrae per via della sfera presente in facciata.
Il padiglione è forse più interessante per il come piuttosto che per il cosa. Entrando bisognerebbe notare l'ordine, la pulizia ma soprattutto la qualità dei materiali con cui tutto è realizzato, è questo il punto su cui si è voluta dimostrare la ricchezza del Paese più che sulla mostra che comunque risulta gradevole.




NEPAL
Tutti conosciamo i tragici eventi accaduti da poco e sappiamo come gli operai di questo padiglione sia corsi a casa, magari colpiti personalmente dalla tragedia. Gli operai italiani del cantiere hanno deciso di proseguire i lavori, con ovvi ritardi ma nella speranza di poter mostrare questo angolo di mondo ai visitatori. Il percorso fino al cuore del padiglione è aperto al momento ed è pure piacevole, l'area esposizione è in lavoro.
Vi è presente anche una box per le offerte per le vittime del terremoto.
Un plus di incoraggiamento per una struttura che, dal poco che si vede, sembra pure interessante.

-AGGIORNAMENTO-
Il padiglione finalmente completato si sviluppa attorno ad un tempietto centrale e nella struttura principale spiccano particolari finestre a vasistas. Poco altro, se la fila è superiore al quarto d'ora consigliato agli appassionati.




VIETNAM
Che dire, purtroppo decisamente deludente l'interno e una semplice scatola "mascherata" da qualcosa di più tramite piante e vasi particolari l'esterno del padiglione. Vi troviamo qualche vetrina e poco più, forse l'ambiente ne trarrà vantaggio durante gli spettacoli dal vivo sul piccolo palco interno.



ANGOLA
Il padiglione dell'Angola è uno di quelli che a me personalmente fa veramente piacere vedere. Mi ricordo che all'Expo di Shanghai i padiglioni di paesi dell'Africa nera erano davvero pochissimi e i restanti chiusi in un unico denominato Africa (ricordiamoci che i cluster, unione di paesi per tema e non per continente, sono un'invenzione dell'Expo di Milano).
Il padiglione si presenta maestoso, molto dettagliato ma senza particolari gesti architettonici. L'interno è interessante con la presenza di un Albero della Vita africano, la stilizzazione di un baobab che funge da centro. L'esposizione sale verso l'alto e risulta piacevole, senza particolari colpi di scena fino alla bella terrazza all'aperto all'ultimo piano.
Prima di scendere si vede la splendida location del ristorante (forse una delle più belle che abbia notato), con del verde e uno stile minimal elegante e un menu tutto sommato interessante e a prezzi onesti.



BRASILE 
La fila al di fuori del padiglione è quanto meno ingannevole. Fa quasi sorridere vedere tra le molte persone anche anziani e capire che in realtà la fila (un indizio sarebber già il fatto che in coda il 90% delle persone è sotto i 20 anni) è semplicemente per la parete di corda e per arrampicarsi. Per giocare insomma.
La parte sottostante del padiglione è visitabile entrando da uno dei numerosi varchi e qui una bella disposizione di diversi tipi di pianta riserverà qualche sorpresa. Il padiglione in sè è molto semplice: un grande parallelepipedo di travi e acciaio. Funzionale insomma.
I laboratori e altre parti interne purtroppo erano momentaneamente inaccessibili quindi la valutazione si basa su quello che ho visto.
In sè l'idea non è male ma è uno specchio per le allodole e non risulta chiaro che vi è molto di più al momento dell'ingresso.
Andrò contro la maggior parte del pubblico ma non posso dare un plus.



COREA DEL SUD
Piacevole sorpresa vista la non proprio accattivante estetica del padiglione, di un bianco latteo a riprendere le forme della ceramica del paese.
La mostra inizia in maniera "artistica". Al bianco dei muri si contrappongono installazioni, delle quali alcune molto toccani, che tendenzialmente mirano a due messaggi: uno quello comune della sostenibilità, l'altro a presentare la tipica dieta coreana. E' così che tra robot e anfore di grandi dimensioni, video e luci, si passa in una sala da un piccolo show luminoso molto gradevole, per poi accedere alla scala finale circondati dal verde. Al piano terra troviamo un negozio e la ristorazione. Curiosità: uno dei pochi errori di italiano nei padiglioni l'ho notato qui, in un menù: non credo che mi convincano molto "gli involtini di Coreani".
Decisamente un padiglione da visitare nonostante non venga indicato tra i consigliati nei vari siti.



THAILANDIA
Il padiglione si presenta con un'interessante passerella iniziale, devo dire molto funzionale per riparare le persone durante le ore di sole, che si conclude in un'ampia sala che all'esterno prende le sembianze di un copricapo tipico. Sul lato ovest risulta interessante la riproduzione di una vera risaia, con tanto di piante e sistema di scolo delle acque.
Le tre stanze non risultano particolarmente interessanti e sono visitabili in gruppi, attendendo la fine di ogni singolo "show".
Divertente ed interessante l'ultimo video proiettato in una vera e propria sala cinema dove si sente parlare del ruolo del Re nello sviluppo della politica agricola (a dire il vero risulta quasi "comico" agli occhi di un estraneo, con frasi del tipo "Il nostro Re lavora persino quando piove").




EMIRATI ARABI UNITI
Piccola premessa: online e non solo ho letto di recensioni entusiastiche e mirabolanti. Molti siti specializzati descrivono le grandezze del progetto ma purtroppo riferendosi al "pro-getto" per l'appunto e non a quello che si è poi realizzato.
Il mio giudizio (più che il voto finale) è inevitabilmente contaminato dalla delusione per quello che ci si sarebbe aspettati ma che non è stato.
Questo padiglione è uno dei pochi dove ho trovato un po' di fila ma comunque non più di 20 minuti. Anche qui fanno entrare a gruppi per via di come si svilupperà la visita successivamente.
Dal punto di vista estetico io personalmente non ho trovato così sontuosa la pelle esterna a voler ricreare l'effetto delle dune. Le pareti così grosse (come spessore) e soprattutto i tagli dei vari moduli (non perfettamente allineati in diversi punti) creavano quasi più un effetto scacchiera, andando contro alla leggerezza della sabbia che vorrebbe rappresentare.
La mostra lungo questo corridoio poi non è particolarmente accattivante, vi sentirete ripetere dagli addetti in continuazione "guardate tutto, perdete un po' di tempo tanto dopo c'è da aspettare", il che significa che dopo due settimane il riscontro di gradimento di questa prima parte non è stato eccezionale.
La sala video successiva, sempre stile cinema, invece presenta un bel video, il migliore forse visto e anche quella successiva riesce ad intrattenere. Si conclude il tour con qualche altro passo lungo i corridoi e pedane, incontrando qualche altra stanza e palme disseminate qua e là.
Voto plus ma non certo così eccezionale.




IRLANDA
Mi trovo in difficoltà a valutare questo padiglione, abbastanza banale dall'esterno e desolante all'interno. Ora, magari senza che io la sapessi era un momento ancora di definitivo allestimento o comunque di lavoro ma innanzitutto è uno dei pochi senza accoglienza, successivamente a parte qualche video sulla parete di sinistra e delle sedie normalissime davanti a una tv a 42 pollici (forse il mio divano è più comodo) non ho potuto più che voluto scoprire molto di quello di cui forse avrebbero voluto parlare.

-AGGIORNAMENTO-
Sono stati aggiunti dei visori interattivi ed è presente una mediamente interessante mostra riguardante l'allevamento; finalmente è presente anche il personale all'ingresso. Migliorato ma non un plus.


IRAN
Il padiglione in questione riprende la forma di una vela gonfiata dal vento e si inserisce lungo il decumano in maniera molto delicata ma piacevole. Una passeggiata continua dall'ingresso fino al piccolo palco in fondo porta attraverso la scoperta essenzialmente di piante e vegetazione. Niente di speciale ma visitabile in poco tempo.
Al piano inferiore molto elegante e dall'aria moderna il ristorante, a cui si può accedere direttamente dall'esterno. Per i contenuti in sè non è paragonabile ad altri ma sicuramente interessante.




CINA
Così come a Shanghai, la Cina non può esimersi dal proporre uno dei padiglioni più maestosi e con chiari riferimenti alla propria cultura già nella pelle esterna.
La visita è libera e sicuramente molto meno pacchiana di quanto non fosse 5 anni fa. Elementi culturali della produzione agricola e non solo si susseguono, partendo fin dai primi disegni rupestri umani di cui sono riprodotti i tratti su copie delle pareti rocciose originali.
Uno sterminato campo di grano formato da numerosi pali luminosi con variazione di colore introducono alla rampa superiore dove un auditorium precede la fine della visita. Molto curato il giardino esterno, dove ritroviamo diversi altri riferimenti alla cultura popolare cinese.




BAHRAIN
Il padiglione del piccolo paese si prospetta al momento forse poco "interessante" nel termine classico richiesto e ormai adottato nel senso comune del visitatore standard dell'Expo. Pochi o quasi nessun oggetto o didascalia, neanche un'ombra di cibo.
Nonostante ciò, e rendendosene forse meglio conto da una vista aerea (reperibile anche sul sito ufficiale dell'Expo) l'oggetto architettonico in sè non è per niente banale. Una "scatola" bianca è movimentata da tagli curvilinei e da un insieme di vuoti e pieni che presentano 10 giardini differenti, dedicati a piante e vegetazioni tipiche che germoglieranno in periodi diversi dell'esposizione. Chi lo visiterà nei mesi estivi potrà probabilmente godere di uno spettacolo notevole. Il poco tempo per visitarlo e la fila nulla mi fanno quindi propendere per un voto positivo anche se posso capire chi invece lo apprezzerà meno paragonandolo all'offerta più interattiva di altri padiglioni.



-Padiglione Zero
Essendo il padiglione più grande e con più appeal, da quello che si sente e si legge, non dirò molto per non rovinare la sorpresa, sapendo già che il 99% dei visitatori verrà ad osservarlo e quindi risulta poco importante un parere personale per convincere o meno nella scelta.
Dirò solo che la mostra interna sicuramente è ad effetto, video, modellini, creazioni artistiche e un po' di delusione nel sapere che il grande albero che spacca il pavimento ed esce forando il padiglione stesso è semplicemente finto. Sarebbe stato interessante studiare una soluzione diversa ma non credo sia un punto fondamentale. 
Parliamo dell'esterno, punto su cui mi sono sempre accanito e continuo a farlo dopo averlo visto. Piccola premessa: parliamo sempre di punti di vista personali, che non criticano il duro lavoro progettuale e intellettuale in sè ma valutano secondo i canoni soggettivi il risultato di tali scelte e lavoro.
Il padiglione vuole riprendere la forma della crosta terrestre ed in particolare i colli Euganei: idea banale e non bene rappresentata, sembrano tutto tranne che dei colli. Probabilmente la scala così ridotta rispetto alla realtà di cosa si è voluto rappresentare ha reso molto meno evidenti le sinuosità dei colli, creando delle specie di "trulli" versione maxi.
Il problema della scala di rappresentazione non è un problema di poco conto: così come in alcuni padiglioni si sono rappresentate in versione gigante elementi che sarebbero più piccoli (vasi, case, ceste locali) portando a risultati diversi, qui il problema è stato l'inverso con risultato a mio parere deludente.
Ho letto e sentito parlare di come il legno fosse stato utilizzato e coprisse un ruolo fondamentale: non mi è parso. Da lontano predomina il marrone chiaro dei listelli ma da vicino l'effetto è ben diverso. La struttura originale è in acciaio (prima risposta che verrebbe è: ovvio, e mi ci metto dentro pure io; ragionando poi però sull'evento e sulle soluzioni che alcuni padiglioni hanno scelto poteva essere interessante portare all'estremo il concetto di utilizzo di altri materiali) ma il problema, per il mero visitatore, lo si vede all'esterno. Le "cupole" sono ricoperte da una membrana bituminosa (o materiale con funzione analoga), e strutture lineari di acciaio per sostenere i listelli di legno che sono rilegati a posizione secondaria.
Sostanzialmente da vicino si osserva una superficie nera ricoperta a tratti da fasce di legno ma con grandi parti scoperte.
I discorsi che si aprirebbero da qui sono infiniti: sulla forma, le scelte progettuali e quant altro, il tutto poi sarebbe da andare ad intrecciare con discorsi di tempistiche, di economia e via dicendo.
E sarebbero discorsi giusti, ma così come un regista propone il suo lavoro (anzi, dà in pasto e la sua carriera dipende da questo) anche a chi probabilmente non è esperto o studioso del settore e ne deve accettare le critiche pur non condividendole, è giusto che le persone comuni possano giudicare un'opera architettonica anche con un semplice "non mi piace", con l'intelligenza però di sapere che si sta giudicando una "fatica" altrui senza esserne pienamente coscienti e soprattutto informati.
In conclusione, mostra interessante ma il padiglione, a me, NON PIACE.




-Albero della vita
A differenza del precedente paragrafo non commenterò l'architettura del progetto in sè. Dal vivo posso dire che mi ha fatto un'impressione molto migliore che dalle riviste o dalla televisione.
La posizione è azzeccata e la piazza che si apre attorno, con multipli punti di vista la rende una zona dinamica.
Lo spettacolo giornaliero, della durata di poco più di tre minuti, si svolge ogni ora (utilissimi i grandi schermi con conto alla rovescia per ogni spettacolo posti attorno al bacino d'acqua) e l'ho trovato carino ma niente di speciale rispetto a ciò che si può ammirare ad esempio in qualche parco di divertimenti.
Gli spettacoli delle 21:30, 22, 22:30 sono assolutamente ECCEZIONALI.
E' il mix che crea la meraviglia e non le singole componenti.
Fontane, luci, fuoco, proiezioni su muri d'acqua e soprattutto la musica creano un qualcosa da non perdere e che consiglio assolutamente a tutti. La parte finale è davvero emozionante.
Vi allego un piccolo spezzone delle spettacolo breve "solo per farvi capire" di cosa stiamo parlando ma senza togliervi nulla del magnifico spettacolo serale.
Concludo con un consiglio perchè ho notato che molti l'hanno perso: stando seduti con alle spalle il palazzo Italia, sulla sinitra durante lo show vi è un "semicerchio" d'acqua su cui vengono proiettate immagini e altro, fateci caso perchè insieme alle proiezioni sull'albero stesso compongono immagini suggestive.






-Strutture di servizio
Questi interventi inseriti trasversalmente al decumano contengono punti informazione, bagni (davvero puliti), libreria, farmacia, qualche bar. Insomma, completano l'offerta con tutto ciò che i padiglioni e gli stand non forniscono.
Devo dire che la semplicità e il materiale si inseriscono bene, rendendosi visibili ma senza cercarsi una posizione da protagonisti.
Una nota personale: le colonne (pilastri) inclinati in legno ma con l'entasi a riprendere forme antiche stonano davvero.

-Code di ingresso
Come già segnalato al momento della mia visita non ho trovato particolari code. EAU, Padiglione Italia, Giappone, Kuwait, Brasile (solo per le reti) sono quelli in cui ho visto file superiori ai 10/15 minuti e comunque contenute entro i 40 (ripeto, di martedì, feriale a maggio).
Nel caso entriate subito alle 10, se uno dei padiglioni che volete vedere assolutamente è tra questi, dirigetevi immediatamente lì e approfittate prima che durante la giornata si crei un ingorgo; andando avanti con il bel tempo e soprattutto le vacanze questi aspetti diventeranno macroscopici. 

-Pulizia e addetti
Il sito è di una pulito maniacale. Non vedrete carte, cicche, gomme da masticare o altro. Devo dire che l'ambiente stesso così lindo spinge le persone a comportarsi in maniera più civile e a ricercare il luogo idoneo per la spazzatura ma il lavoro degli addetti è sicuramente encomiabile. Dentro ai padiglioni noterete spesso pulizie durante il corso di tutta la giornata.
Per quanto riguarda i lavoratori interni non entrerò nella polemica dei volontari dal punto di vista economico o altro (che a me è sembrata comunque pretestuosa nel momento in cui si parla senza informarsi e per sentito dire).
Ogni padiglione ha i propri addetti, di nazionalità e vestiti ovviamente in maniera tipica, e tutti ma proprio tutti parlano Italiano perfettamente, sono gentili e disponibili.
Per una volta la prima lingua è l'ITALIANO.
I volontari, di tutte le età davvero (dai 20 ai 60 anni ne ho visti) sono sorridenti e spesso visitano i padiglioni nei momenti di cambio turno.
L'ambiente è sereno insomma.

-Prezzi
Ecco qui arriviamo a un punto davvero interessante perchè fomentato da IGNORANTI, permettetemelo, che per sentito dire poi condividono le notizie come SICURAMENTE VERE.
Bene, partendo dal presupposto che il mio punto di riferimento è Bologna, quindi una città visitata ma non è certo Roma ne Milano, i prezzi mediamente mi sono sembrati ONESTISSIMI.
Pubblicherò di seguito alcuni scontrini ma vi porgo qualche esempio:
  • caffè ovunque a 1 euro quando sappiamo ormai quanti bar siano passati all'1,10.
  • calice di Franciacorta Bellucchi ad ora di aperitivo sul Decumano 5 euro, contro un 7-12 euro in città o riviera.
  • pranzo al padiglione dell'Ecuador con 4 piatti principali, due birre, due bottiglie d'acqua (ricordiamo le basi dell'acqua dove prelevarne gratuitamente in giro per l'Expo) 13 euro a testa .
  • tre caffè e un tè al padiglione USA 5,5 euro totali.
Con questo non significa che l'Expo è il paese della cuccagna e con 5 euro vivi come un pascià, però la varietà di stand-bar-ristoranti-fast food è così varia da permettere a chiunque di poter scegliere e soprattutto di poter provare cibi che comunemente non proverebbe.
Il mio parere è quello che conviene, anche a scapito di brutte sorprese, provare stand o ristoranti di paesi lontani o di cui non si conosce la cultura culinaria.
So che andrò anche qui contro molti pareri ma non vedo sinceramente il senso logico, per un italiano, di pranzare a pizza-tagliatelle-tigelle in un luogo in cui sicuramente la qualità sarà alta ma mai come i "ristoranti di fiducia" che incontriamo sul nostro territorio.
Lo ritengo uno sforzo culturale da dover fare, magari utile anche solo per dire "oh, avrei preferito una bella gramigna" ma comunque il provare, per curiosità, è sempre qualcosa di positivo.

           







CONCLUSIONE
Sperando di non avervi annoiato e di avervi fornito utili consigli per la vostra visita di un giorno, vorrei concludere con poche parole.
Chi mi conosce sa quanto io sia polemico e non particolarmente patriottico quando si parla di eventi-architettura-urbanistica-servizi.
Proprio ieri un mio compagno di corso mi ha telefonato dicendomi 
"Guarda ho letto in questi giorni un sacco di notizie, alcune clamorose e che non posso sapere se veritiere o meno. Quando ho saputo che andavi ho deciso di aspettare un tuo commento, se anche solo dalla tua bocca uscirà un CARINO vorrà dire che l'evento è più che riuscito."
Dalla mia bocca è uscito decisamente più di un carino e la telefonata si è chiusa con un suo
"allora, essendo sempre stato molto scettico, sono estremamente contento di essere stato sbugiardato alla grande. Ci andrò".

Ci devi andare, ci dovete andare tutti.